La storia delle Misericordie


Le radici del Movimento delle Misericordie affondano nel pieno Medioevo e si sviluppano sulle vicende della città di Firenze. Nel periodo della fioritura del sistema dei comuni, l’accentuarsi della lotta fra Impero e Papato, e il perpetrarsi dei riflessi che la scissione fra Chiesa Cristiana e Chiesa Ortodossa, si formano varie Compagnie o Fraternite allo scopo di richiamare gli uomini verso quelle più alte verità che il Vangelo insegnava. Fu proprio in questo momento storico così convulso che prese vita una delle prime Compagnie volte all’esercizio effettivo della carità. Secondo la tradizione, la prima Misericordia, quella di Firenze, venne fondata nel 1244 dal frate domenicano Pietro da Verona, poi divenuto Santo con il titolo di Pietro Martire.

Pietro da Verona giunge a Firenze sul finire del 1244, sotto il pontificato di Innocenzo IV. L'intensa attività di Fra Pietro rafforza la posizione della Chiesa cittadina e il frate lascia Firenze, ritenuta ormai fedele, verso la fine del 1245. La "Società della Fede", da lui creata, perde così la sua funzione e sciogliendosi dà vita a tre Compagnie:

  • La Compagnia della Vergine, poi detta di San Pier Martire
  • La Compagnia del Bigallo
  • La Compagnia della Misericordia
Fra Pietro verrà ucciso da eretici patarini nel 1252 e dichiarato Santo nel 1253. Questa ricostruzione dei fatti che dettero vita alla prima Misericordia purtroppo non dispone dei documenti originari, perduti, sembra, a causa della rovinosa alluvione del 1557, ricevendo una conferma soltanto dai documenti amministrativi del secolo successivo.
Fra Pietro comprende bene le potenzialità offerte dall'associazionismo spontaneo dei fedeli, ma l'informalità, l'assenza di Statuti redatti in conformità ai principi stabiliti della Chiesa, espone al rischio di eresia queste forme di aggregazione, tantopiù che il IV Concilio Lateranense del 1215, voluto da Papa Innocenzo III per contrastare l'eresia patarina, aveva fissato limiti precisi all'associazionismo laico. L'assenza di una documentazione originaria troverebbe una qualche spiegazione alla luce di quanto avvenuto in altre associazioni, ove pare che i più antichi documenti siano stati metodicamente distrutti oppure occultati dagli stessi Ordini per sfuggire ai rigori dei canoni fissati nel 1215 dal IV Concilio Lateranense e nel 1274 dal II Concilio Lionese. Altrettanto, per motivi anche diversi, potrebbe essere avvenuto nelle Compagnie se è vero che il primo documento conosciuto in cui si cita la Misericordia risale al 1321 ed attesta che, in quel momento, la Compagnia dispone dei capitali necessari per l'acquisto di una casa davanti al Battistero. Rimane comunque intatta l'importanza del ruolo tradizionalmente attribuito a San Pietro Martire che è certamente colui che ha dato alla prima Misericordia la solidità dell'istituzione.

Anche i mezzi di trasporto si sono evoluti nel tempo. Inizialmente gli ammalati venivano trasportati con gerle o zane (ceste di forma leggermente ovale, fatte di sottili stecche d’ontano o d’altro legno intrecciate che venivano trasportate sulla schiena), poi in lettighe (simili alle attuali barelle), e successivamente in mezzi trainati da cavalli e poi vetture.

La leggenda

Per tradizione, la nascita del Movimento delle Misericordie coincide con fondazione della Compagnia della Misericordia di Firenze per opera del frate domenicano Pietro da Verona. A fianco di questa ricostruzione documentale esiste una diversa tradizione popolare.
Secondo la leggenda, l'iniziatore della Compagnia della Misericordia sarebbe un certo Piero di Luca Borsi, che lavorava a Firenze come facchino per conto della potente Arte della Lana. Un gruppo di questi facchini, fra cui Piero, aveva l'abitudine, fra un viaggio e l'altro, di rinfrancarsi presso la Buca degli Adimari, una mescita di vino nei pressi della cattedrale. Le discussioni erano inevitabili e frequenti. Forse per la stanchezza, forse per il vino, certamente per ignoranza, i compagni di Piero si lasciavano andare alla bestemmia del nome di Dio. Piero che era uomo molto devoto, rimproverava questo comportamento dei compagni senza però ottenere alcun risultato. Ebbe l'idea, allora, di proporre ai compagni di istituire il pagamento di una multa ogni qual volta uno di essi bestemmiasse. La proposta venne accettata e dopo qualche tempo, la somma, costituita dal versamento delle multe, raggiunse una cifra considerevole. Propose, quindi, ai compagni di comprare, con quei soldi, sei ceste da portare a spalla, dette "zane", con le quali andare a raccogliere i malati della città accompagnandoli agli ospizi dove sarebbero stati curati. I compagni accettarono e stabilirono un compenso per ciascuno dei viaggi che avrebbero effettuato. Così, secondo il sentimento popolare, ebbe inizio la Compagnia della Misericordia La Leggenda Popolare di Piero di Luca Borsi continua a riscuotere un immutato successo fra i fratelli delle numerose Misericordie che da allora si sono diffuse in tutta l'Italia e nel mondo. La tradizione popolare sembra aver disegnato, inconsapevolmente, attraverso la metafora della leggenda, il profilo di cosa voglia dire partecipare all'esperienza delle Misericordie.

La storia della Misericordia di Antignano


Messaggio che il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II consegnò alle Misericordie nell'udienza del 14 giugno 1986 e che segnò un nuovo corso storico delle Misericordie italiane alla vigilia del terzo millennio; corso storico che le vede "Fautrici della civiltà dell'amore e testimoni infaticabili della cultura della carità".
La Confraternita di Santa Lucia V. e M. di Antignano, ebbe origine nel Secolo XIV in sostituzione di quella esistente nell'antica Chiesa di S. Felice all'Ardenza, quando fu eretta in Pieve la Chiesa di Antignano, che fu consacrata nell'anno 1370 il 25 Ottobre. Ebbe da principio il titolo di Compagnia del Suffragio, con cappa bianca e sarrocchino nero e per lo spazio di oltre quattro secoli presto lodevole servizio con larghezza di mezzi pecuniari giacché "poté impiegare qualche denaro d'avanzo e fece acquisti, sotto la protezione del Duca di Firenze e Siena, il Grande Cosimo l° dei Medici" nel 1560 circa.
Nel 1707, fu fatto il primo stendardo della Confraternita.
Nel 1785, avendo Pietro Leopoldo l°, Granduca di Toscana, riunito in una sola parrocchia Antignano e Montenero, ed essendo quindi temporaneamente cessata di essere Pieve la Chiesa di Santa Lucia, la detta Confraternita cominciò ad ufficiare nella Chiesa di Montenero. dove tuttora indossa l'antica divisa e porta quasi l'antico nome. Ripristinata poi, nell'anno 1799 la Pieve di Antignano (19 marzo 1799) dal Granduca Ferdinando III, anche la Compagnia quasi subito si ricostituì in questo paese (1° dicembre 1799) con nuovo titolo e nuove insegne, avendo lasciato le antiche a Montenero. Prese perciò il titolo di Confraternita di S. Lucia V.M. con gonfalone rosso a ricami, (fatto nel 1800) avente nel mezzo, pure ricamata, l'intera figura della Santa. Adottò la cappa bianca, come emblema della verginità illibata della Protettrice ed il cordone rosso, per significare il sangue da Lei versato nel glorioso martirio sofferto per Gesù Cristo. La Confraternita costituì una sezione speciale. che fu chiamata della Misericordia (per i defunti), con cappa nera, cappellone pure nero, cordone nero e rosso e corona pendente al fianco destro (poi fu abolito il cappello).
Nell'anno 1899, il 26 Dicembre fu aperto in dipendenza della Misericordia di Livorno un Asilo di Misericordia. Questo Asilo ebbe per scopo di raccogliere e soccorrere sollecitamente gli sventurati colpiti da male improvviso o da altro infortunio e di trasportare gli ammalati lontani, fino all'Asilo, di dove venivano poi rilevati dalla Misericordia di Livorno. I nostri predecessori scelsero proprio il 1899 come anno di riferimento della rifondazione della Misericordia di Antignano, poiché da tale data questa non si è più sciolta.
Dal 1923 poi l'Asilo, dichiaratosi, d'accordo con la Misericordia di Livorno indipendente da essa, si rese autonomo, pur rimanendo nella Confraternita, con il titolo di Confraternita di Misericordia di Antignano, con direzione ed amministrazione a parte.
Nel 1926 alla Confraternita in completa armonia con il Sig. Pievano, furono uniti anche i San Luigini, come sezione preparatoria; conservando però il nome di Congregazione di S. Luigi Gonzaga ed il proprio Gonfaloncino.
Nel 1928, rispondendo ad un dovere di devozione ed un desiderio comune, la Confraternita istituì la regolare celebrazione delle Quarantore, nel turno delle altre Chiese di Livorno, riunendo in questa Santa Funzione gli scopi della locale e antica Congregazione del Suffragio, che fino ad ora, quasi nei medesimi giorni (Settuagesima) celebrava suffragi speciali peri suoi ascritti.
Finalmente per le mutate condizioni dei tempi e le nuove disposizioni di legge a riguardo delle Misericordie, nel 1930 si credette opportuno di riunire completamente tutte e due le istituzioni e fu formata una sola Confraternita anche per la direzione e per l'amministrazione.
E' questa in breve la storia della nostra Confraternita, storia semplice ma gloriosa per tradizioni antichissime, illustrata da esempi di fede, di carità e di sacrificio; storia a noi tramandata dal Can. Sac. Giulio Melani - Pievano.